In marzo 2018 sono stati introdotti importanti aggiornamenti alle linee guida della Vigilanza BCE. Con essi sono state apportate delle inedite disposizione per la copertura dei crediti deteriorati in possesso dalle banche. Tra le novità introdotte, è previsto che la copertura dei crediti deteriorati senza garanzia sia ultimata entro due anni mentre la copertura dei crediti garantiti avvenga al massimo entro 7 anni.

 

Vi è inoltre una nuova suddivisione dei crediti deteriorati in 3 differenti tipologie:

– posizioni di entità importante scadute da minimo 90 giorni, pari almeno al 5% dell’esposizione da calcolare sulla singola linea di credito e sull’ammontare ancora dovuto;

– presumibili inadempienza, anche chiamate UTP (Unlikely to pay), per la quali gli istituti di credito identificano un rischio imputabile al debitore a prescindere dallo scaduto; si parla di avvisaglie d’allarme ma non di obblighi ed la risoluzione è subordinata alla decisione delle singole banche;

– i Non Performing Loans (NPL), ossia le sofferenze vere e proprie, inerenti la risoluzione del rapporto conseguentemente all’inadempienza del debitore.

 

Il tema dei debiti di natura bancaria si muove contestualmente alla nozione di crisi aziendale e le nuove direttive derivano da un periodo caratterizzato sicuramente dalle molte novità introdotte dalla recente riforma fallimentare.

La difficoltà principale è legata alla lungaggine delle procedure giudiziarie, che si ripercuote indirettamente sulle attività di recupero dei crediti.

Le linee guida appena introdotte muteranno radicalmente le modalità tramite cui gli istituti bancari svolgono l’attività di management creditizio: ci saranno degli appesantimenti dei bilanci e l’aumento delle tempistiche (minimo due anni) necessarie alle procedure di recupero, con una svalutazione del credito per niente indifferente.